Un luogo molto importante di Domodossola, che è stato nominato anche patrimonio dell’Unesco, è il Sacro Monte Calvario.
Un tempo c’erano degli appezzamenti di terreno alcuni adibiti ad uso agrario, in cui veniva coltivata anche la vigna, mentre alcuni venivano utilizzati solamente per ornamento dai religiosi che ci abitavano.
Grazie a questa usanza si hanno delle informazioni molto importanti in merito alle tradizioni delle colture di quel tempo.
Attualmente è presente un piccolo orticello utilizzato a scopo didattico usato dalle scuole per avvicinare i bambini di asili e scuole elementari all’agricoltura.
La storia del Sacro Monte Calvario parte nel 1656 quando due frati cappuccini scelsero il colle Mattarella luogo che lo avrebbe ospitato e nel 1657 iniziarono i lavori.
Dopo che nel 1415 gli svizzeri distrussero il castello Mattarella, edificio almeno del X secolo, e che il colle è stato abbandonato per almeno due secoli i due frati pensarono di creare una “Via Processionale” in onore della crocifissione di Gesù e nel progetto erano previste delle croci, che successivamente sarebbero diventate cappelle con i vari episodi della passione di Cristo, che rappresentavano le stazioni.
Questo progetto riscosse un enorme successo tra la comunità e l’approvazione del vescovo di Novara che diede l’incarico a Giovanni Matteo Capris di coordinare il progetto e di dare il nome al colle e la parte tecnica e realizzativa fu affidata a Tommaso Lazzaro.
Grazie al cospicuo aiuto economico da parte della comunità il progetto fu molto veloce, infatti, nel 1657 iniziarono i lavori e nel 1662 ci fu la messa d’inaugurazione.
Capris successivamente fece una richiesta formale di donazione dell’area alla corte di Madrid che accettò la richiesta e nel 1664 delegò il Governatore dello Stato di Milano a seguire il procedimento ma solamente nel 1668 ci fu la cessione dell’area alla fabbrica del Sacro Monte Calvario in nome di Carlo II di Spagna.
Il Sacro Monte fu consacrato dal vescovo di Novara Giovanni Battista Visconti Aicardi nel 1690.
Un grande benefattore di questo progetto fu un governatore del Vallese di nome Kaspar Stockalper, al quale è stato dedicato un edificio, che fu l’ultimo uomo costretto all’esilio nella città di Domodossola proprio sul Monte Calvario.
Durante il XVIII secolo è iniziato il procedimento di costruzione delle cappelle e di restauro degli edifici già presenti, pratica che ancora oggi si fa periodicamente.
Nel XIX secolo ci fu l’arrivo di Antonio Rosmini, seguito da dei padri francescani, che fece costruire la Casa madre dell’Istituto della Carità.
Questo luogo è ancora molto importante per i padri rosminiani siccome è la sede del Postulato e del Noviziato internazionale e perché dal 2007 è presente una delle quattro reliquie di Rosmini e i luoghi di sepoltura di alcuni dei francescani più importanti come, ad esempio, il filosofo Michele Sciacca.